Cultura e Spettacolo

SESSA AURUNCA – Tavolo tecnico tra istituzioni, scuola ed esperti per frenare il fenomeno della violenza di genere. La testimonianza di ‘Alice’

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Un tavolo tecnico, un momento di confronto più che un convegno si è tenuto questa mattina presso il Salone dei Quadri di Sessa Aurunca per discutere di violenza di genere, di codice rosso e sensibilizzare il più possibile le nuove generazioni. Dinanzi ad una platea in religioso silenzio composta da studentesse e studenti dell’Istituto Superiore ‘Agostino Nifo’, dell’Isis ‘Taddeo da Sessa’, accompagnati dai loro docenti, esperti del settore si sono confrontati sulla legge numero 69 varata dal Governo lo

scorso 19 luglio 2019 che tutela le vittime, donne e uomini, di violenza e di maltrattamenti. Il riferimento è stato fatto principalmente a Giulia Cecchettin, la giovane studentessa laureanda, strappata alla vita dalla mano violenta del suo ex fidanzato. Come lei tante altre donne hanno perso la vita uccise dai loro ex compagni. “Il femminicidio è un fenomeno- ha esordito la psicologa e psicoterapeuta Filomena Librace, responsabile dello ‘Sportello Rosa’ di Sessa Aurunca-. Un fenomeno radicato in una società patriarcale dove è l’uomo a comandare

e la donna deve soccombere. Ogni forma di violenza non è altro che una violazione dei diritti umani”. Nel corso dell’incontro c’è stata un’intesa testimonianza di una donna, fittiziamente chiamata Alice, che per trentacinque anni è stata vittima di violenza, maltrattamenti, minacce fino a quando quattro anni fa ha avuto la forza di ribellarsi al suo aguzzino e di chiedere aiuto. Autentiche le parole pronunciate dalla donna che si è appellata principalmente alle studentesse: “Se il vostro ragazzo vi tira uno schiaffo, lasciatelo. Anche se vi chiederà scusa e prometterà

di non farlo più. Quello è il primo segnale!”. Le parole della donna, da diversi mesi seguita proprio dalla dottoressa Librace, sono state molto incisive ed hanno toccato il cuore di tutti i presenti. “Oggi, in questa sede abbiamo l’onore, oltre che di discutere sul tema, anche di promuovere l’ascolto di una testimonianza diretta da parte di chi ha subìto per anni una violenza reiterata all’interno del proprio nucleo familiare. Non sarà facile condividere con una platea un’esperienza devastante, non sarà facile condividere con degli sconosciuti l’affetto

negato, non sarà facile dire l’indicibile, ma noi società civile e democratica abbiamo il dovere di provare, attraverso il confronto, attraverso il rispetto, attraverso l’ascolto, a dimostrare che può esistere la fiducia, la solidarietà, l’accoglienza, la speranza. E tutto questo lo dobbiamo a voi presenti oggi ad un incontro che non è semplicemente un convegno ma è un’opportunità razionale di riflessione su uno dei momenti più critici, a mio avviso, della storia dell’umanità”, ha dichiarato l’assessore Sabrina Izzo, promotrice del progetto e padrona di casa. “Bisogna agire sul profilo culturale. Lo Stato c’è, ci sono le leggi e c’è chi le fa rispettare. Ma bisogna cambiare il modo di pensare, la prospettiva”, ha

dichiarato Teresa Alesci, ricercatrice di Diritto Processuale Penale del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’. Alesci si è soffermata a parlare anche della vittimizzazione secondaria che spesso frena la vittima nel denunciare il suo aguzzino e sull’importanza di una comunicazione non ostile, dell’uso delle parole. “Lo Stato c’è, ci sono le forze dell’ordine. Il commissariato di pubblica sicurezza di Sessa Aurunca- ha dichiarato il sostituto commissario del commissariato di Sessa Aurunca-. è pronto ad ascoltare e a supportare chi viene a chiederci aiuto. Ci sono anche dei numeri a cui rivolgersi in caso di emergenza”. Il sostituto commissario si è soffermato a parlare del delitto d’onore vigente fino agli anni ’80, del matrimonio riparatore e di come sia importante la prevenzione per frenare alcuni fenomeni. L’avvocato Fiorentina Orefice, consigliera

dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere si è soffermata sulle varie forme del reato, in particolare sullo sfregio, annunciando una iniziativa partita da poco relativamente alla certificazione di parità: “Al Codice Rosso dobbiamo l’introduzione, quale titolo autonomo di reato, dell’art. 583 quinquies C.p. con il quale il Legislatore ha inteso sanzionare chiunque cagioni la deformazione dell’aspetto di una persona mediante lesioni permanenti al viso, cosiddetto sfregio. La condotta lesiva, infatti, incide sull’immagine della vittima intesa come veicolo essenziale nella tenuta della vita relazionale e dei rapporti sociali”, ha dichiarato. L’incontro, che ha visto

anche la presenza del dirigente scolastico Maria Luisa Tommasino e della Capitaneria di Porto di Mondragone, nella persona del comandante Giovanni Mascolo e del maresciallo Stefano Longobardi, si è concluso con un invito alla riflessione rivolto ai giovani presenti affinché sappiano dire di no, opporsi ad ogni forma di violenza di genere. “La sensibilizzazione di fronte a tanto scempio, a tanta violenza, a tanta efferatezza non è mai abbastanza e per questo stamane siamo di nuovo qui. L’ attuale governo, in questi giorni, data la crudeltà degli

ultimi accadimenti sta proponendo delle misure straordinarie anche in termini educativi e culturali, probabilmente ipotizzando un’educazione alle emozioni e alle relazioni. In linea con tale ipotesi noi, Amministrazione Comunale e Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità teniamo sempre in gran conto il coinvolgimento delle scuole e dei giovani da cui deve e può partire il vero cambiamento, la vera possibilità di emarginazione del comportamento violento e aggressivo come forma ignobile di relazione e di approccio.”, ha affermato Sabrina Izzo.