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CELLOLE – Cronaca di una rottura annunciata, ecco cosa è successo in questi mesi

CELLOLE (Matilde Crolla) – Tanto tuonò che piovve…Il consiglio comunale tenutosi ieri sera a Cellole ha sicuramente sancito la cronaca di una rottura annunciata. Che nell’amministrazione Compasso non circolasse più serenità da tempo non è una novità. La sindaca interpellata ai nostri microfoni in diverse occasioni passate per fare chiarezza su questa scarsa empatia tra i membri della sua maggioranza ha sempre sostenuto

che in ogni “buona amministrazione ci sono momenti difficili, di scambio di idee, di confronto dialettico e di contrasto”. Ma d’altro canto lasciava intendere che poi alla fine l’equilibro si sarebbe sempre ristabilito. Non sono stati dello stesso avviso, però, i suoi ex alleati, i quattro dissidenti che da mesi lamentano un atteggiamento autoritario della sindaca e una conseguente loro assenza di partecipazione e di coinvolgimento nelle scelte amministrative. Abbiamo trattato più volte dei dissidi interni e dei

contrasti emersi durante le riunioni di maggioranza. L’ultima riunione il mese scorso, durante la quale i toni si sono alzati parecchio. Insomma, la ferita interna non si è sanata con il passare del tempo. Al contrario, si è incancrenita tanto da portare il capogruppo Umberto Sarno, il vicesindaco Giovanni Iovino e gli assessori Antonietta Marchegiano e Francesco Barretta a prendere definitivamente le distanze dal resto del gruppo di maggioranza costituendo ieri in Assise

un gruppo autonomo denominato ‘Cellole Condivisa’. I dissapori partono da lontano. I rapporti tra Cristina Compasso e Giovanni Iovino non sono stati mai idilliaci. La stessa candidatura di Iovino, decisa quasi all’ultimo momento da Attilio e Cristina Compasso, ha rappresentato per i due avvocati cellolesi un ‘boccone amaro’ da digerire ma che avrebbe quasi sicuramente garantito loro la vittoria, come poi è stato. La decisione di lasciare fuori dai giochi Guido Di Leone per non aver voluto ‘rinunciare’ all’aspirazione alla candidatura a sindaco nella fase embrionale

della costituzione di ‘Cellole Libera’ ha rappresentato per Iovino una ‘pecca’ dei suoi alleati. Intanto, Antonietta Marchegiano, assessore di fiducia del compianto Angelo Barretta, e Francesco Barretta, suo figlio, rappresentavano per ‘Cellole Libera’ la garanzia di avere dalla propria parte quell’elettorato che ancora oggi piange il suo amato sindaco. Ma in questo anno e mezzo di amministrazione diverse sono state le scelte e le decisioni presi in un’ottica distante dall’amministrazione precedente. Ed ecco che si è aperta un’altra falla nella maggioranza. Pensiamo alla presa di posizione di Barretta qualche mese fa, quando

nel corso del consiglio comunale sull’approvazione del bilancio, qualcuno lasciava intendere che ‘si andavano a sanare i debiti pregressi’. Il giovane assessore al Commercio in quella circostanza non ha retto ed è sbottato difendendo il padre scomparso e prendendo le distanze dalla sua sindaca. Qualcosa intanto si rompeva anche nel cuore della Marchegiano. La mancata candidatura di Umberto Sarno alla Provincia e la sua visibile vicinanza a Giovanni Iovino, considerato comunque un ‘elemento politico scomodo’ per i Compasso, ha fatto sì che anche il capogruppo di ‘Cellole libera’ cominciasse a prendere le distanze

della sindaca e dal resto della maggioranza. Intanto, i sostenitori di Barretta, i cosiddetti ‘barrettiani’, hanno iniziato a ‘scalciare’ imputando la responsabilità di un immobilismo politico al primo cittadino e ad una parte della sua maggioranza, attribuendo la causa di una scarsa azione dei loro assessori all’impossibilità di poter operare in piena autonomia e fiducia. E così a poco a poco, in un vero e proprio stillicidio senza precedenti, si è arrivati all’ufficialità dello strappo. L’ingresso ieri in aula dei quattro dissidenti che, anziché entrare in assise passando dalla stanza del sindaco come è sempre stato, si sono accomodati

passando dall’ingresso principale, è stato sintomatico. Di fatto Cristina Compasso non ha più una maggioranza visto che in quattro hanno deciso di costituire un gruppo autonomo. Cosa succederà nei prossimi giorni? L’amministrazione continuerà ad andare avanti con due gruppi autonomi di maggioranza fino alla fine naturale del mandato elettorale o ci sarà una presa di coscienza della crisi insanabile?

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