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SESSA AURUNCA – Tommasino e i suoi commenti post Consiglio: “Quando denuncio ci metto la faccia, loro si nascondono dietro i simboli politici”

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – L’ex sindaco di Sessa Aurunca, capogruppo consiliare di ‘Nuovo Patto Aurunco’, Luigi Tommasino, non le manda a dire. Dopo il consiglio comunale di ieri mattina, il medico di Sessa Aurunca ha voluto commentare a muso duro quanto registratosi in assise. In un video postato, tra l’altro, sulla pagina Facebook di ‘Nuovo Patto Aurunco’, Tommasino incalza con toni moderati ma pungenti nei confronti dei suoi oppositori, più in particolare del sindaco Silvio Sasso. “L’opposizione ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale urgente per discutere di importanti questioni di carattere finanziario, oltre che del ritardo nel completamento di alcune strutture sportive pubbliche presenti sul territorio- spiega Tommasino-. Il presidente del consiglio comunale, Massimo Schiavone, ha convocato

il consiglio comunale in prima e in seconda convocazione in orari inconsueti. Ma sta di fatto che noi ci siamo presentati in prima convocazione ed abbiamo trovato la porta della sala consiliare chiusa. Al limite dello scadere del tempo massimo previsto per l’assise arrivava tutta trafelata la segretaria comunale- continua Tommasino-. Ci è sembrato fuori luogo e poco rispettoso il fatto che l’ufficio di segreteria raccolgiesse le carte poco prima del Consiglio e non le avesse già pronte da tempo. Questa è la dimostrazione di una scarsa considerazione nei nostri confronti. L’assenza della segretaria comunale era da considerarsi come un’offesa verso di noi, visto che molto probabilmente dimentica che non viene pagata da Silvio Sasso, ma da tutti i cittadini e dunque deve lo stesso rispetto a tutti i consiglieri comunali”.  L’ex sindaco continua: “Ci siamo ripresentati ieri alle 10 per la seconda convocazione. Ma ancora una volta abbiamo dovuto assistere ad atteggiamenti inqualificabili

da parte del sindaco, molto probabilmente toccato su qualche nervo scoperto. Questa volta il bersaglio ero io, forse ‘reo’ di aver chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario. Io non capisco lui come intenda l’opposizione, secondo lui dovrebbe essere ossequiosa ai suoi desideri. L’opposizione ha il compito di verificare ed avere gli occhi sempre vigili. Non contento di questo ha punzecchiato l’opposizione dicendo che “come facevano a stare con un consigliere comunale che faceva denunce da dieci anni e che è l’unico inquisito”.  Parole molto dure, rispetto alle quali mi aspettavo anche un intervento da parte del resto dell’opposizione, che non c’è stato. Inoltre- aggiunge Tommasino- lui che è avvocato non dovrebbe fare queste affermazioni e dimentica il percorso individuale e personale di ognuno di noi. Il mio di 67 anni è fatto di legalità e trasparenza, vediamo il suo. Della sua presenza sulla scena politica di questi anni non si ricorda nessuno, tranne

in quel periodo in cui è stato vicesindaco di quel consiglio comunale che acquistò la sala consiliare a svariati miliardi di vecchie lire”. Luigi Tommasino aggiunge: “Alla fine non sapendo che risposte dare ha farfugliato quattro o cinque cose ed è andato via dicendo che doveva firmare il verbale di consegna del bene sequestrato alla camorra, lasciando il vicesindaco e l’assessore Casale a rispondere alle interrogazioni. Salta all’occhio l’ennesima assenza dell’assessore Di Marco, assente anche in occasione del riequilibrio. L’assenza della persona abilitata a rispondere su due argomenti così importanti fa pensare. A questo punto mi chiedo: ma se non vuole essere presente non farebbe bene a dimettersi?”. E conclude: “Oggi il sindaco ha trovato la scusa

per lasciare l’aula consiliare, sicuramente una motivazione valida. Ma anche questa per me rappresenta una mancanza di rispetto, noi rappresentiamo quasi il 50 per cento della popolazione, non possiamo essere trattati così. Voglio concludere con un inciso: quando denuncio lo faccio a firma mia senza timori. Loro in passato quando lo hanno fatto hanno utilizzato i simboli dei partiti e chiamati dalle forze dell’ordine a rispondere, basti pensare ai manifesti sul caso Maieutica, non hanno mai confermato che dietro quei simboli ci fossero loro”.

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