Cronaca nera

SESSA AURUNCA – Figlia di un noto imprenditore stalkerata da una donna: 41enne nei guai

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Ventunenne di Sessa Aurunca, figlia di un noto imprenditore della zona, stalkerizzata da una donna di quarantuno anni di Carano. I fatti si sono consumati dal 2018 al 2023. Le continue pressioni e minacce subite hanno indotto la giovane vittima a modificare le sue abitudini di vita e ad avvertire un continuo senso di malessere, timore ed ansia. Oggi, presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere sezione Gup, a seguito della richiesta di fissazione di udienza preliminare da parte del pubblico ministero dottoressa

Daniela Pannone, si è celebrata l’udienza preliminare. E’ stata ammessa la parte civile ed il Gup ha emesso il decreto che dispone il giudizio. A breve si conoscerà la data della fissazione della prima dibattimentale. La donna è difesa d’ufficio dall’avvocato Alfredo Aran, mentre la vittima dall’avvocato Stefano Alfieri. La quarantunenne è al momento sottoposta al divieto di avvicinamento

nei confronti della persona offesa. Tutto ha avuto inizio alla vigilia di Natale del 2018, quando la stalker contattava su Facebook la ragazza chiedendole in malo modo di eliminare l’amicizia con un ragazzo della zona. A distanza di qualche tempo minacciava e molestava la ragazza attraverso ripetuti messaggi su Whatsapp. Non solo proferiva nei confronti della ragazza parole offensive e pesanti, ma la minacciava anche di morte o di prenderla a botte se l’avesse incontrata per strada. In un’altra occasione incontrò la giovane in compagnia dei

suoi genitori e brandendo una bottiglia di vetro la minacciava di morte. In un’altra occasione la offendeva pubblicamente dopo averla incontrata in un locale della zona. Insomma, un protrarsi continuo di ingiurie, minacce dal 2018 fino al maggio 2023. La vittima esasperata ha sporto denuncia. Ora la donna è rinviata a giudizio e dovrà rispondere dei reati di atti persecutori reiterati

nel tempo (per il delitto reato p.e p. dall’articolo 81 cpv, 612 bis c.p) perché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con condotte reiterate, minacciava la ragazza tanto da crearle un continuo stato di ansia e timore, tanto da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita”.