Disagi & Cronaca cittadina

SESSA A./PIEDIMONTE MASSICANO – La vita di una 36enne appesa ad un filo dopo un intervento di bypass gastrico

SESSA AURUNCA /PIEDIMONTE MASSICANO (Matilde Crolla) – Lotta tra la vita e la morte, la sua storia sta lasciando tutti con il fiato sospeso. Una comunità intera è in apprensione per questa giovane donna che ormai da diversi mesi è appesa ad un filo. La sua storia non può restare nel silenzio. Dania ha 36 anni e qualche mese fa, dopo un’attenta

valutazione, decide di sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico di bypass gastrico presso un ospedale del Salernitano. L’intervento avviene verso la fine del mese di settembre e intorno alla prima decade di ottobre Dania doveva essere dimessa. Purtroppo già nel corso dei primi giorni di degenza comincia ad avvertire alcune problematiche cliniche. Viene sottoposta ad una visita e le viene riscontrata una

setticemia. Immediatamente subisce un secondo intervento d’urgenza e successivamente viene trasferita nel reparto di Rianimazione dell’ospedale. Di qui inizia il calvario della giovane donna. Provano a curarla con diversi antibiotici ma con il passare del tempo un rene di Dania smette di funzionare e più di una volta va in crisi respiratoria.

Dopo qualche giorno Dania subisce un terzo intervento perché a seguito di una Tac i medici riscontrano la presenza di molti liquidi che stanno compromettendo gli organi vitali della paziente. Verso la metà di ottobre i medici del reparto di Rianimazione si affidano esclusivamente alla forza fisica della paziente sperando che possa superare e resistere a quest’altra

complicazione. Con il passare dei giorni la situazione clinica non cambia. La sepsi, oltre ad aver interessato tutti gli organi vitali, ha colpito principalmente il polmone che non riesce a riprendere a funzionare e viene aiutata con la respirazione assistita. Intanto l’infezione persiste ed aumenta sempre di più, fino ad arrivare alle parti cerebrali e quindi, si valuta l’idea di fare una tracheotomia ma i rischi sono altissimi. Ad un certo punto sembra che i reni inizino lentamente

il loro normale funzionamento. Dania viene sottoposta a tracheotomia. E’ stabile ma la febbre persiste, i reni funzionano a fatica perché appesantiti dalle tossine provocate dai farmaci che gli hanno somministrato e dalla stessa infezione. Vi è la preoccupazione di ricorrere alla dialisi. Dopo qualche giorno Dania ancora una volta va in crisi respiratoria, riescono a riprenderla ma i polmoni sono compromessi dalla violenta infezione e Dania è costretta comunque ad andare in dialisi

a causa del cattivo funzionamento dei reni. Siamo a fine ottobre e le sue condizioni non migliorano, viene sottoposta ancora una volta ad una Tac, un batterio subentrato dopo la setticemia resiste alle cure e si espande nel corpo facendo subentrare una pancreatite. L’infezione dunque tocca anche il pancreas e si continua a sperare sulle sole forze di Dania.. Intanto la dialisi continua, il sangue viene pulito a poco a poco, sembra

che Dania voglia aprire gli occhi ogni tanto ma non è cosciente. Cercano di abbassare la ventilazione assistita per farla respirare ogni tanto da sola ed iniziano ad alimentarla tramite un sondino, fermano la dialisi e somministrano farmacia atti a stimolare i reni, cercano di poterla svegliare abbassando gradualmente la sedazione. Sembra che i polmoni inizino a funzionare. I reni non si sbloccano e viene sottoposta ancora in dialisi. Dania da segni di agitazione e viene ancora una

volta sedata. Viene sospesa la dialisi ma iniziano le trasfusioni di sangue perché il sangue non si coagula nel modo giusto e si sono manifestate delle emorragie. Ha la pressione alta ma comincia ad urinare naturalmente. L’infezione risale, Dania è semi sveglia. A novembre si evidenziano bassi valori di emoglobina e riprendono le trasfusioni ma Dania non risponde. Non reagisce ma resiste, a causa delle tossine, l’infezione è sempre altissima e si continua con le trasfusioni. I dottori comunicano

che Dania sta cedendo fisicamente e loro pur facendo di tutto riscontrano un grave problema del sistema cardiocircolatorio. Continua la corsa per tenerla in vita, cercano di supportarla anche a livello emodinamico e respiratorio ma non reagisce. La situazione è al limite, il quadro clinico non da nessuna speranza, le trasfusioni continuano, le emorragie non si fermano, la situazione peggiora e decidono di somministrarle l’adrenalina. Le perdite di sangue fuoriescono

anche dal colon, i reni non funzionano, i dottori non escludono danni cerebrali. Scoprono che Dania è stata attaccata da un nuovo batterio ancora più forte e richiede un nuovo antibiotico che a causa della mancanza di flora batterica, non potrebbe assumere perché causerebbe ulteriori danni. Dania viene messa in isolamento e nonostante non sia più sedata, non risponde ad alcun stimolo. Le speranze non esistono quasi più, tutto è problematico e preoccupante. L’emoglobina inizia

a salire e le trasfusioni continuano. I dottori faticano a credere come può un essere umano in quelle condizioni continuare a resistere. Tutto fa pensare ad interventi soprannaturali, inspiegabili. Le perdite di sangue continuano, intervengono anche consulenze neurologiche. Ad un certo punto l’emorragia sembra rallentare, i polmoni ed i reni sembra che si stiano riprendendo, ma preoccupa lo stato

neurologico perché non risponde a nessuno stimolo. Lo stato fisico sembra voler migliorare, sembra che Dania abbia la volontà di reagire ma non riesce a farlo. La visita specialistica da parte di un neurologo tarda ad arrivare e Dania peggiora neurologicamente, i familiari si fanno sentire fortemente presso la direzione sanitaria. Finalmente arriva la visita neurologica e non da buone notizie. Dania viene sottoposta ad una risonanza che evidenzia che il cervello è pieno di coaguli di sangue nella parte

corticale e intracorticale, le immagini del cervello hanno l’aspetto di un cielo pieno di stelle scure. I dottori non hanno nessuna terapia farmacologica ma consigliano una riabilitazione in un centro specializzato. Dania è fisicamente scomposta, i suoi arti si stanno deformando. Arriva una visita fisiatra che consiglia musicoterapia e ascolto di clip audio di parenti ed amici per stimolare il cervello. Tolgono la respirazione assistita, l’infezione sembra migliorare ma scoprono

che vi è ancora una piccola ferita che ancora non riesce a chiudersi e continua a perdere liquidi che portano infezioni. Dania tramite i suoi familiari comincia a sentire i clip audio e sembra che dai suoi occhi voglia scendere una lacrima, ma è talmente stanca che non riesce nemmeno a piangere. Dalla metà di dicembre Dania è ancora in sala di rianimazione con la situazione ferma e stazionaria…bloccata in un letto della Rianimazione con la speranza che un giorno le sue condizioni

cliniche possano migliorare. I suoi familiari sono avviliti, si sento abbandonati a se stessi. Tra l’altro, in una struttura, da come ci racconta anche suo zio, dove sembra che i medici sfuggano alle richieste di chiarimenti…un dolore atroce che ha colpito questa famiglia. Tutta la comunità di Piedimonte Massicano prega

per lei. Si spera che Dania possa riprendersi e che un dolore troppo forte da accettare non debba colpire i suoi cari. Ma soprattutto i suoi familiari sperano che i medici continuino ad accudirla e a credere nella sua ripresa.

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