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POLITICA – PD, il giudice sospende il voto congressuale previsto per domenica

POLITICA – Terremoto nel Partito Democratico. Dopo la nomina dei garanti cittadini nei vari Comuni della provincia di Caserta da parte della Commissione Provinciale di Caserta e la decisione di fissare a domenica 19 febbraio le operazioni di voto congressuale, arriva nel tardo pomeriggio di oggi la decisione del giudice della sezione civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che sospende

il congresso. Immediati arrivano i commenti, tra cui la nota stampa di uno degli avvocati impegnati nel collegio difensivo, Angelo Librace. La decisione del Tribunale di S. Maria C.V. di sospendere le operazioni di voto congressuale di domenica 19 febbraio rappresenta solo il primo passo verso il riconoscimento del legittimo diritto
degli iscritti al PD di Terra di Lavoro. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un provvedimento d’urgenza inaudita altera parte stante la potenziale irreparabile lesione del diritto soggettivo all’elettorato attivo dei ricorrenti. L’azione

giudiziaria promossa è stato un atto sofferto ma dovuto alla dignità di tutte le compagne e compagni democratiche e democratici avviliti dai comportamenti fin qui escludenti per una legittima partecipazione alla fase congressuale. E dire che sono stati esperiti tutti i tentativi statutari e regolamentari per risolvere ed essere riconosciuti legittimi appartenenti al PD, il partito a cui molti dei ricorrenti sono iscritti da generazioni e nel quale hanno ricoperto ruoli di militanza e dirigenza, assumendo cariche elettive nelle amministrazioni

locali in cui si sono presentati sotto le insegne del PD, raccogliendo consenso certificato e non voto maggioritario. Il silenzio, rumorosissimo e peggio ancora dichiarazioni inopportune e fuorvianti sulla verità e l’esercizio delle regole hanno poi definito la improcrastinabile via dell’atto giudiziario. Un esempio per tutti: la Commissione Provinciale e Nazionale del Partito hanno decretato che esistono

in provincia di Caserta democratici di serie A e quelli di serie B, ossia persone che, iscritte con le stesse modalità anche di pagamento sono state escluse e altre incluse nella mutevole anagrafe del PD. La conferma è che nella esclusione sono rimasti coinvolti alcuni amministratori!!! Ed è per queste succinte motivazioni, discriminatorie e per taluni versi arbitrarie, considerando che si sono messi in discussione mezzi di pagamento universali, come le prepagate, che si è ritenuto adire la via legale e giudiziaria. Appare sconcertante

che qualche esponente del Partito ancora lanci l’allarme rosso della strada giurisdizionale, come se ciò rappresentasse un delitto e non un diritto di chi vessato da decisioni astruse da ogni norma. Con questo spirito, nell’interesse del PD e della partecipazione democratica, con serietà di giudizio e con rigore politico è stato sollevato un problema di democrazia e di agibilità politica. “Con rigoroso rispetto, attenderemo ora la trattazione del merito la prossima settimana ma è indiscutibile che oggi sia stato raggiunto un primo risultato” così commenta l’avv. Angelo Librace uno dei legali impegnati. Nel collegio difensivo anche gli avvocati Squeglia e Santonastaso.