Cultura e Spettacolo

CELLOLE – ‘Giornata della Memoria’, la Pro loco organizza alla scuola media dell’Istituto ‘Serao-Fermi’ una commemorazione all’insegna delle testimonianze storiche

CELLOLE – Presso l’Aula Magna della Scuola secondaria di primo grado “Enrico Fermi”, si è svolta nei giorni scorsi la commemorazione della “Giornata della Memoria”. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Pro Loco di Cellole APS in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Serao-Fermi”, con la Sezione di Sessa Aurunca dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG) e con il Patrocinio Morale del Comune di Cellole.


La mattinata si è rivelata ricca di emozioni, non solo per il film proiettato (“Storia di una ladra di libri”), ma anche per le testimonianze presentate agli alunni da tre Soci dell’ANMIG, figli e parenti che hanno raccontato le esperienze dei loro cari deportati dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Tre storie diverse, ma unite da un unico denominatore: i campi di concentramento nazisti.
Dopo i saluti istituzionali e di benvenuto da parte della Dirigente Prof.ssa Rubino, la prima testimonianza è stata del Presidente della locale Sezione ANMIG, il Cav. Marcello Di Stasio, che ha raccontato le vicissitudini del padre, fortunatamente tornato

dal campo di prigionia, ma senza gambe.
Successivamente la Sig.ra Antonella Di Stasio ha raccontato l’esperienza del proprio nonno, deportato in un campo di concentramento in cui incontra il proprio fratello, che credeva disperso o deceduto. Riuscito a evadere dal campo, ha attraversato l’Italia da nord a sud nascondendosi, digiunando, scalzo e con indosso solo un paio di calzoncini. Quando finalmente è arrivato al proprio paese, nessuno l’aveva riconosciuto per come era magro e sporco. Anche a distanza di anni, la vergogna che provava non gli consentiva di raccontare quanto aveva vissuto.
La terza storia – come osservato dalla Prof.ssa Rubino – sembra la storia da cui trarre un film: il Sig. Vincenzo Barrichello ha raccontato le vicissitudini del proprio zio, il quale, appena diciassettenne, si era trasferito in Germania per lavoro. Tale

esperienza che gli aveva consentito di imparare la lingua tedesca. All’età 22 anni fu richiamato in Patria per svolgere il servizio militare, venendo trasferito in Grecia. Dopo l’8 settembre venne fatto prigioniero dai tedeschi e sarebbe dovuto essere inviato presso il campo di concentramento di Dachau. Per un caso fortuito, fu dirottato presso il campo di Mauthausen ed è qui che avvenne un primo importante incontro: poiché egli parlava le lingue italiano e tedesco, un ufficiale lo prese sotto la sua ala protettrice per utilizzarlo quale interprete per comunicare con gli altri prigionieri italiani. Dopo un certo periodo, venne trasferito ad Auschwitz, dove, sempre per

una fortunata combinazione, incontrò nuovamente l’ufficiale tedesco conosciuto in precedenza, nel frattempo anch’egli trasferito ad Auschwitz, che gli diede nuovamente l’incarico per le attività di interpretariato. Una mattina venne scelto con gruppo di persone che sarebbero state sottoposte come cavie ad alcuni esperimenti del famigerato Dottor Mengele. L’ufficiale con cui ormai aveva stretto amicizia, appresa la cosa, si presentò dal “Dottor Morte” ordinandogli di consegnargli il prigioniero, in quanto aveva bisogno di lui per comunicare agli altri internati italiani delle disposizioni ricevute da Berlino. A distanza di tempo, con uno stratagemma, lo zio del Sig. Barrichello riuscì

a fuggire dal campo di concentramento, trovando rifugio per qualche giorno presso una benevola famiglia polacca, la quale gli fornì degli abiti al posto del famoso “pigiama a righe” e lo aiutò a partire con un treno diretto in Svizzera. A bordo del treno, però, incontrò per l’ennesima volta l’ufficiale tedesco, il quale, vedendolo, anziché denunciarlo in quanto evaso, fece finta di non riconoscerlo. Dopo molto tempo e varie peripezie, il nostro eroe riuscì a tornare a casa e, ultimata la guerra, andò a vivere sull’isola di Ischia. Passano trentacinque anni… Una nuova giornata inizia con la solita routine mattutina: caffè, acquisto del giornale e passeggiata lungomare. Ad un tratto si trova

di fronte una coppia di turisti tedeschi, marito e moglie… I due uomini si guardano, si riconoscono, sorridono e si abbracciano piangendo: era il suo amico ufficiale, in vacanza a Ischia.
Al termine, gli alunni, incuriositi e appassionati, hanno rivolto varie domande agli intervenuti. La Dirigente Prof.ssa Gabriella Rubino ha sottolineato l’importanza delle fonti storiche che i narranti hanno rappresentato per i ragazzi. Ultimata la manifestazione, il Presidente Franco Freda si è fatto latore dei saluti dell’Assessore all’Istruzione Martina Izzo, ha ringraziato la Dirigente e i docenti per la fattiva collaborazione nell’organizzare il bellissimo evento e ha donato al Cav. Di Stasio una targa ricordo di questa magnifica giornata.