Politica

CELLOLE – Di Paolo: “Lasciamo la beneficenza alla parrocchia, la politica deve pensare a programmare”

CELLOLE (Matilde Crolla) – La catena di solidarietà e beneficenza attivatasi negli ultimi tempi nella cittadina litoranea a favore delle fasce più deboli che ancor di più oggi, in tempi di Covid, stanno vivendo il dramma economico, non ha lasciato indifferente Adelmo Di Paolo, vicesegretario provinciale PRI, nonché ex membro del direttivo cittadino del PD poi fratturatosi, e già attivo nella campagna elettorale alle europee scorse per il sostegno alla coalizione alla quale ha aderito in seguito “+Europa-PRI-PSI” . “Troppo semplice la demagogia della sicurezza, un pò meno quella della programmazione”, esordisce Di Paolo, che

non può fare a meno di esprimere il suo “sdegno per la situazione corrente”. “Non è affatto strano che la maggior parte dei politici locali, aspiranti tali o alla più alta carica cittadina, siano tutt’uno con la demagogia della sicurezza instaurata dal grosso della politica nazionale e regionale, in particolare degli amministratori che vedranno allungarsi la loro legislatura per effetto del congelamento della democrazia derivante dalla situazione emergenziale del Covid-19- afferma Di Paolo che, molto probabilmente, con queste parole fa riferimento al Presidente della Regione Campania De Luca.

Ma continua “e’ invece anomalo che anche tra chi immagina suoi futuri interventi nella politica locale cittadina, tra i giovani aspiranti e meno giovani pretendenti, non ci si ponga come oramai impellenti altre problematiche”. Di Paolo sostiene senza troppi fronzoli che “e’ troppo semplice scegliere la via facile del consenso in politica; quasi (se non tutti ) i nostri ex amministratori cittadini”, tali per effetto come sappiamo del commissariamento del comune di Cellole, “e perfino alcuni designati papabili alla carica di sindaco, hanno scelto la semplice via del’opportunismo solidaristico e quella della facile demagogia della sicurezza (ma ci tiene a dire : “da non

confondere o mischiare, come pure e’ pero’ avvenuto, con la semplice carita’ cristiana che e’ una cosa invece mirabile), continua Di Paolo, “sono avvezzi a quelle che io chiamo le “soluzioni tip-top”, le pezze per intenderci, quelle che si usano sulle ruote delle biciclette per tamponare le bucature ed in politica per attoppare gravi inadempienze nella responsabilita’ politica pregressa…si e’ instaurata una gara di solidarieta’ che indubbiamente ha il suo valore in quanto apporta qualche beneficio, sempre che sia ben indirizzato a chi piu’ bisognoso veramente, ma poi nessuno si pone il problema gia’ impellente del lavoro e dell’economia locale”. Di Paolo sostiene che tolta la impossibilità di operare per via del commissariamento, così come si è agito per qualche atto

di solidarietà, alla stessa maniera, una politica realmente responsabile è quella che, senza badare troppo al populismo di un facile consenso (che simpaticamente definisce “da pacco”), sappia porre invece l’attenzione su tematiche effettivamente più importanti ed impellenti. Continua : “lungi da me il voler sminuire l’emergenza ed il pericolo derivante dal virus, la vita viene sempre prima delle altre cose in quanto condizione senza la quale tutto il resto significa “niente”, pero’ ad una attenta analisi e’ semplice comprendere quali siano le ragioni che, al di la della reale sicurezza, pure spingono ad enfatizzare la paura e

questo clima quasi terroristico; ci stiamo spingendo verso una forzatura illiberale ed antidemocratica ma non chiedo che si comprenda questo (a questo penseremo in ambito nazionale attraverso le strutture adeguatamente rapportate e preposte, almeno noi del p.r.i. come partito), chiedo invece che si comprenda lo stato di assoluto default che invece puo’ derivare dal totale abbandono delle attività lavorative ed economiche locali, quelle  che ci riguardano quindi piu’ da vicino;  continua : la nostra già non era una situazione semplice, ma non sto qui a rivangare il passato, adesso pero’ bisogna pensare a reagire poiche’ le azioni del governo e quelle della regione (che non voglio affrontare, in quanto un certo scetticismo pervade anche quelle) comunque  non potranno assolutamente bastare ! e quindi, se non ci mettiamo

del nostro la depressione sara’ totale e le conseguenze economiche di gran lunga più gravi di quelle del virus, che invece, piano piano, come si sta gia’ vedendo, saranno risolte”. Di Paolo crede che la politica sia una azione “ponderata tra la sicurezza e lo sviluppo”, ma che più che di sicurezza, per la quale vi sono le istituzioni preposte come le forze di polizia, essa si debba invece occupare principalmente di prospettive e sviluppo, immaginando scenari futuri e cercando di realizzarli con atti pratici , ecco perché secondo lo stesso non può mai essere opera del “primo che passa” senza alcuna cultura politica e competenza reale; ma continua così “ad esempio, so benissimo che con questo clima non sarebbe stato e nemmeno adesso sarebbe semplice da far comprendere (ma non stiamo qui per fare cose semplici non trovate ?  altrimenti stiamo bene a casa propria a farci i fattacci propri !) dicevo sarebbe stato opportuno, all’opposto di strabilianti idee di iper-conservazione…giusto il contrario, e cioe’, dal momento che Cellole si e’ palesato quale un ambiente abbastanza protetto dai contagi, (direi molto anzi !  visto che se e’ vero abbiamo avuto 1 solo caso manifesto… o comunque sia pochissimi

e forse nemmeno residenti) ecco avremmo a mio avviso fatto bene, e staremmo ancora in temopo, a proiettarci gia’ nel futuro che poi comunque sara’, procedendo antetempo con un attento, monitorato e salvaguardato esperimento sociale di apertura…vi spiego;  potremmo pensare di portare avanti, con le dovute autorizzazioni, un tentativo di immaginare prima e mettere in pratica appena dopo cosa vorra’ dire lavorare in ottemperanza e con l’ausilio dei dispositivi di sicurezza, che pure non mancheranno a come stanno i fatti ! e quindi perche’ non avvantaggiarci e pensare di anticiparlo in un esperimento pratico e circoscritto?  quello che si e’ potuto capire e’ che fino a che non avremo un vaccino

e dei medicinali certi, saremo costretti a convivere col virus pur lavorando, pero’ se continuiamo a perder tempo arriveremo che la maggior parte delle attivita avranno cessato la loro esistenza o andranno in grave difficolta’ economica, senza pensare al peso di una estate che se non sara’ aggravera’ anche la crisi sul versante turistico… e a quel punto non ci sara’ contributo statale o regionale che ci salvi”. E poi conclude di paolo : e’ troppo

semplice ragionare, al momento, dal calduccio della propria pensione, del proprio lauto conto bancario, del proprio stipendio statale o cassa integrazione e non pensare invece anche a cio’ che rende possibile tutto questo; se si fermano le attivita’ si fermano anche pensioni e tutto il resto;  bisogna comprendere che se si spegne il motore poi la macchina e’ probabile che non riparta o che le conseguenze della lenta ripartenza siano perfino piu’ gravi di quelle del virus; un politico deve avere sempre l’ardire di ragionare in divenire, altrimenti

permettetemi…ma non serve a niente ! ci vuole coraggio, se non fosse stato per il coraggio della politica di allora, ed in un momento molto piu’ grave di questo come solo la guerra mondiale lo puo’ essere, non avremmo avuto ne la democrazia ne’ il successivo sviluppo del paese, questo ci insegna che un amministratore deve essere, immaginando chiaramente ogni tipo di conseguenza possibile (per cui in sicurezza) anche molto coraggioso !

Finisce poi ricordando che “troppe volte ci siamo fatti sfuggire buone occasioni di lavoro e quindi di sostentamento economico per i nostri figli e fratelli (ricordando quindi le attività del settore siderurgico che ci siamo fatti sfilare dalle mani, ma anche altre mancate opportunità come l’autodromo, il sito di compostaggio etc, e tutti i nostri compaesani amici o parenti che abbiamo dovuto veder partire in cerca di fortuna)… e continua : “figli che, come tutti i buoni genitori, immaginiamo qui accanto a noi e quindi non per forza, a meno che non

lo desiderino, sparsi per il mondo; e dice : cio’ accadeva a causa di un conservatorismo che se era fattibile una volta, in quanto stavamo benino, non lo e’ piu’ assolutamente adesso; non e’ affatto vero che esiste un tempo per la salute ed uno per il lavoro, sono due cose che una accompagna l’altra, per cui non e’ altrettanto vero che dobbiamo pensare alla sola sicurezza adesso e poi si vedra’, perche’ cosi’ facendo intaccheremo quella futura, quella di sostentamento; senza voler precorrere troppo i tempi ma onestamente questo stato di emergenza evidenzia la necessita’ di garanzie per una classe dirigente cittadina più attenta a determinate tematiche, altrimenti altro che bel mare e bella natura, siamo avviati per l’oblio”.     

                   

                            

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