Politica

CELLOLE – Covid, stazione ferroviaria e imposte comunali: j’accuse di Di Paolo

CELLOLE (Matilde Crolla) – Adelmo Di Paolo, vicesegretario provinciale e nuovo membro della direzione regionale del Partito Repubblicano Italiano, non fa mancare la sua presenza nel dibattito politico locale intervenendo su alcuni punti della vita amministrativa di Cellole. “Con lo spirito di sempre (rispetto al quale è necessario dedicare due righe appena dopo) ci apprestiamo ad esprimere il nostro giudizio su quanto accade, in via eccezionale e non, a Cellole”, esordisce.

“Trovo doveroso fare una premessa; il sottoscritto scrive e comunica probabilmente punti di vista differenti delle cose, molte volte con toni critici (e guai se non fosse così), ciò però non intacca in alcuna maniera il rispetto per le parti politiche tutte e per le istituzioni, ivi inclusi quindi maggioranza e minoranza consiliare; a ciò ne consegue che risulta alquanto anomala la posizione di molti di questi che si sentono in qualche maniera toccati nel personale dal sottoscritto; in politica e democrazia, è necessario quanto mai distinguere il suddetto discorso da quello di amicizie e parentele, altrimenti diventa un coro e pensiero unico che non è mai proficuo al bene della comunità.

Ma veniamo ai fatti, prima di tutto all’emergenza sanitaria (anche se veramente spesso non è semplice capire se è più importante questa, o quella di natura economico-sociale che in parte ne deriva, ma che d’ altra parte pre-esisteva la pandemia);  per quanto concerne quindi la tematica “Covid”, vorremmo comunicare al sindaco in particolare, dal momento che ha scelto la “linea dura” (senza che esistessero a Cellole secondo noi i presupposti  e le avvisaglie perché questa fosse percorsa) che come ha potuto egli stesso constatare, non si sono trovati ad esempio concittadini esercenti contagiati (egli stesso ha

comunicato che, se non ricordo male, di cento esercenti verificati attraverso tampone, nessuno di questi era contagiato), oppure che è lampante a tutti la contraddizione tra il non permettere teoricamente (attraverso ordinanza) il sostare sulle piazze del paese, e poi vedere in giornate come quella di ieri, domenica sera, veramente molte persone con prole  (e giustamente dico) andare a vedere e passeggiare tra le svariate luminarie in piazza A. Moro, installate in previsione del Natale, e tra l’altro senza alcun controllo effettivo delle forze di polizia locali; mi

permetta ma tutto ciò è surreale o degno solo di totale ipocrisia; dopo di che il problema sarebbe la scuola aperta ? dove invece un controllo si riuscirebbe ad avere eccome data la presenza del corpo insegnante ?  mah !

Affrontiamo invece adesso altra sfera; quella che non concerne le emergenze, e che più che altro trattasi di ordinaria amministrazione, per la quale di certo l’abbondanza di clamore rende bene la impalpabilità dello spessore del fatto in se. Tema “TABELLA FS” all’arrivo presso la stazione ferroviaria, stazione questa fruibile nei diversi comuni e località del bacino aurunco, si include il nome della nostra località e cittadina su di essa, niente male ! anche perché in effetti su di essa vi erano iscritti i nomi di 2 su 3 dei comuni che ne fruiscono, adesso ci sono

tutti tre ! benissimo… se non il fatto che non è cosa che merita tutto questo clamore !  prima di tutto perché presso la stessa stazione, sono state apportate nel tempo, sostanziali modifiche di gestione e di qualità e quantità dei servizi resi (se ve ne siete accorti !) , che ad una amministrazione dovrebbero interessare molto di più che la iscrizione su una tabella indicativa il luogo di arrivo (è semplicemente la differenza che passa tra forma e sostanza), si potevano ad esempio indirizzare gli sforzi dell’amministrazione, che ricordo è pagata dai contribuenti , verso che ne so…le tariffe ? i treni meno frequenti verso

e da Napoli e Roma ? il servizio in stazione oramai inesistente ? una navetta tra stazione e località marittima o il comune ? visto che si parla che tale cosa incentiverebbe il turismo ! insomma, ci può stare, ma il clamore in queste cose non serve se non ad alzare un polverone e a renderci ridicoli agli occhi del resto della comunità aurunca tutta.

Ultima tematica tra quelle più rilevanti, tema “IMPOSTE COMUNALI” ; ci pare di aver compreso che vi sono in atto (anche se dobbiamo ancora verificare con cura) iniziative della amministrazione volte all’aumento delle suddette imposte comunali, dirette od

indirette che siano, alla fine una o l’altra, è sempre il cittadino a dover mettere “mano alla tasca”, ammesso che non lo faccia direttamente lo stato ! e proprio questo ci porta ad altra riflessione ancora: è proprio necessario che il comune debba aumentare le sue imposte,  quando già il governo centrale in molti casi diserta da reali e utili aiuti in un momento così delicato ?  sembra (ma mi riservo la facoltà di verificare con dovizia) sia stata introdotta ad esempio l’addizionale Irpef comunale, una cosa che le altre amministrazioni hanno sempre evitato per non gravare oltre e senza che vi fosse la pandemia in corso; e lo

stesso (e si evince anche dalle lamentele dei cittadini sui social) pare sia stato fatto per tutta una serie ancora di imposte dirette ed indirette, ad esempio sull’acqua e per l’Imu; ecco, noi per cultura repubblicana non criticheremmo il fatto in se, in particolare se questi aumenti fossero giustificati da spese utili o investimenti futuri  (che introducono di fatto una cosa che vogliamo sottolineare di seguito), ovvero se servissero realmente allo sviluppo economico-sociale;  ma dal momento mi pare non vi sia nulla di questo in pentola, e sempre se quanto descritto è vero, la cosa diventa aberrante e suscita particolarmente

rabbia ; i cittadini tutti, pensionati, padri di famiglia, come gli esercenti e gli imprenditori, oggi sono già stremati, confusi, vessati nelle più fantasiose maniere  dallo stato e dalle conseguenze della pandemia, vi pare il caso di aggiungere altre di queste fonti di sconcerto e vessazione tra di essi ? a noi francamente no .

Ultima ma non meno importante analisi (anzi !) ;

onestamente si ha l’impressione che la politica nostrana tutta, abbia preso l’abitudine di portare, sul tavolo dell’informazione locale, tematiche secondarie come se fossero degne di clamore ed importanza primaria, quando invece sono di fatto cose d’ufficio, ordinarie, che dovrebbero risolvere nel corso delle loro funzioni semplicemente i dipendenti e gli amministrativi comunali; se non addirittura

beghe personalistiche molto lontane proprio dal concetto di politica o amministrazione;  purtroppo dobbiamo constatare ahinoi che anche la minoranza consiliare, forse connivente al pensiero unico dominante, si abbandoni alla dialettica di cose veramente poco interessanti per la cittadinanza;

 Le problematiche centrali che sarebbero degne di nota per la politica sono sempre le stesse, ed il nostro comune purtroppo non ne è esente; occupazione e lavoro ,alloggi, economia cittadina plurima (per cui anche e forse specialmente, ma non solo il turismo), servizi essenziali, servizi sociali, sono solo alcune di queste, e che avevamo anche prima della pandemia; rivolgere lo sguardo a queste tematiche sarebbe “obbligo e responsabilità” per le amministrazioni coscienziose e riguardevoli del dettato costituzionale; bisogna entrare, senza polemica con nessuno personalmente né con il passato, in una

ottica di indicizzazione e di considerazione della minore o maggiore rilevanza delle tematiche trattate; in pratica se persistono problematiche più importanti ed impellenti,  affrontare prima quelle e poi quelle meno rilevanti; tutto questo dovrebbe risultare quanto differentemente si denota quale una vera e propria “omissione d’atti d’ufficio””, conclude.

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