Cultura e Spettacolo

CARINOLA / SESSA A. – Attori per un giorno, i detenuti portano in scena ‘Francesca da Rimini – Bizzarria comica e stravesata dal signor Antonio Petito’

CARINOLA / SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – “Il teatro rende liberi e la libertà, dopo la vita, è il bene più prezioso per ogni uomo”. Queste parole, proferite dal Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania Lucia Castellano, sintetizzano in maniera autentica ed efficace quanto è emerso giovedì scorso dallo spettacolo inscenato da alcuni detenuti del carcere di Carinola. Raffaele, Ciro, Salvatore, Antonio, Vincenzo, Giovanni, Carmine, Salvatore, Pasquale, Ciro e Pasquale, ‘ospiti’ della casa circondariale carinolese, sono

stati i protagonisti del progetto ‘Teatro in Carcere’ con ‘Francesca da Rimini – Bizzarria comica e stravesata dal signor Antonio Petito’, ridotta e adattata da Filippo Ianniello per la regia di Gianni Maliziano. La ‘Francesca da Rimini’ nella versione di Antonio Petito è un testo anticipatore di molta drammaturgia novecentesca, soprattutto del ‘teatro nel teatro’ di marca pirandelliana. Petito, soprannominato in famiglia Totonno ‘o pazzo per la sua estrema vitalità, fu il più celebre Pulcinella ottocentesco ed ancora oggi è considerato uno degli interpreti più

capaci ed apprezzati della famosa maschera teatrale. L’autore immagina una zuffa tra attori che impedisce la recita proprio nel momento in cui sta andando in scena. A quel punto si abbatte la quarta parete che divide simbolicamente gli spettatori dagli attori: viene inscenata una recita improvvisata dove chiunque tra i presenti interpreta una parte. Nel corso di questi anni di laboratorio teatrale grazie ai due volontari Ianniello e Maliziano, all’educatrice Paola Freda, e al direttore del carcere Carlo Brunetti che ha reso possibile tutto ciò, sono stati rappresentati diversi spettacoli con testi teatrali tratti da autori diversi ed organizzate le esibizioni del noto attore Gino Rivieccio, del

musicista jazz Marco Zurzolo e del cantante Sal da Vinci. “Resta al di là della qualità del lavoro, lo sforzo di rendere un ambiente complesso come il carcere un luogo dove appare possibile conciliare le esigenze della detenzione con quelle, prioritarie per il nostro ordinamento, del recupero sociale e del riscatto individuale, ha sottolineato Filippo Ianniello. Il progetto, che va avanti da sei anni, ideato da Ianniello e Maliziano, quest’anno è stato promosso dall’associazione Rotary Club di Sessa Aurunca, presieduto da Mariolina Cresce presente allo spettacolo. La rappresentazione comica è stata l’esito di un laboratorio teatrale iniziato un anno fa circa. Gli attori hanno potuto

esibirsi dinanzi a rappresentanti istituzionali e religiosi del territorio aurunco come il vescovo della diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Giacomo Cirulli, il presidente del consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero, il sindaco di Sessa Aurunca Lorenzo Di Iorio, il Luogotenente per l’Italia Meridionale Tirrenica dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Giovanni Battista Rossi, in una commedia irriverente nel corso della quale è venuto fuori il loro estro artistico, la capacità di improvvisare e di calcare il palcoscenico. Per i detenuti è stata un’occasione di rinascita e di speranza perché in quei momenti hanno potuto, seppur solo con il pensiero, vestire abiti diversi

e vivere una vita diversa. Non sono mancati momenti di puro brio, ma anche altri di riflessione e commozione. Bravissimi nell’interpretazione dei personaggi, gli attori hanno potuto contare sulla preparazione in questi mesi di due maestri di vita oltre che di teatro come Filippo Ianniello e Gianni Maliziano. Ognuno di loro su quel palco, pur portando dentro di sé quel bagaglio di vita

e fardello allo stesso tempo, per un’ora si è sentito diverso e artefice del suo destino un giorno fuori da quelle mura. Perché se è vero che l’arte è vita, c’è una vita al di là delle sbarre che ancora può essere vissuta e questa speranza è stata donata loro proprio grazie all’esperienza teatrale.