SESSA AURUNCA – Dal tormento ad una ‘nuova vita’, un calvario lungo 30 anni archiviato dall’intuizione di Auletta. Il racconto di Pasqualina
SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – A volte basta poco per migliorare la qualità della propria vita, trovare la strada giusta nel momento giusto…E’ quanto accaduto a Pasqualina Sangermano, infermiera professionista dell’ospedale ‘Dono Svizzero’ di Formia che finalmente può dire a gran voce di essere uscita da un incubo e di poter ricominciare a vivere. Il ‘ritorno alla vita’ di Pasqualina è stato possibile grazie
all’ortopedico Stefano Auletta che nel giro di qualche mese le ha restituito la voglia di vivere. Pasqualina Sangermano si lascia alle spalle più di trent’anni di dolore e di sacrifici. Dopo aver subito innumerevoli interventi chirurgici inutili, finalmente ricomincia a camminare. Tutto inizia 30 anni fa quando la donna rimane coinvolta in un
incidente stradale che le causa un trauma severo al ginocchio. Viene sottoposta ad un intervento chirurgico e da allora ha avuto inizio l’incubo per Pasqualina. “Avevo sempre dolore e fastidi. Non stavo più bene – ci racconta- . Sono stata persino al Rizzoli dove avrei dovuto subire un intervento chirurgico ma a causa di un importante problema di famiglia non sono riuscita
a ricoverarmi ed intanto il tempo passava ed io stavo sempre più male”. Nel 2014 è stata sottoposta ad un’osteotomia correttiva e le è stata posizionata una placca. Dopo tale intervento è stata sottoposta a diverse pulizie artroscopie. Ma la donna continuava ad avvertire sempre dolore, problemi nel deambulare. “Avevo sempre il ginocchio gonfio, dolorante, infiammato. Per anni
sono andata avanti con antidolorifici. Ultimamente mi risultava difficile anche lavorare”. A ciò si è aggiunta poi una caduta mentre era in servizio. La placca si è spostata ed i dolori si sono acuiti. “Persino gli antidolorifici più importanti ed efficaci non mi placavano il forte dolore”, ci racconta. Tra il 2015 ed il 2016 è stata sottoposta ad un’altra osteotomia in una clinica romana. Poi successivamente sottoposta a varie infiltrazioni. Poi ancora un intervento senza successo. Insomma, una
vera e propria agonia per una professionista costretta a lavorare con grandi difficoltà fisiche. Fino a quando non decide di rivolgersi al dottore Stefano Auletta, primario del reparto di Ortopedia dell’ospedale ‘San Rocco’ di Sessa Aurunca, professionista esperto e lungimirante, conosciuto per i grandi risultati raggiunti negli ultimi anni in chirurgia
ortopedica. “Il dottore Auletta non appena mi ha visitato non ha potuto fare a meno di notare che ero un caso delicato. Mi ha prospettato due possibilità: o procedere con le staminali, ma nel mio caso non mi avrebbe garantito il successo dell’intervento, o procedere alla rimozione della placca applicando un fissatore esterno e poi mettere la protesi”. E così il 12 febbraio 2020 viene effettuato il primo intervento
con rimozione della placca mal posizionata e correzione del grave varismo con i fissatori esterni. E successivamente è stato effettuato l’impianto delle cellule staminali. “Non riuscendo ad ottenere i risultati sperati a fine novembre abbiamo deciso di fare la protesi. Ipotesi che mi era stata prospettata anche a Napoli ma che vista la mia età in un primo momento avevo escluso. Effettivamente Auletta mi ha fatto ragionare sul ‘qui ed ora’. Cioè nel pensare al presente. Mi ha detto che dovevo stare bene oggi e non pensare a quando a tarda età la
mia protesi poteva essere sostituita”. E così per Pasqualina Sangermano l’incubo è finito lo scorso mese, quando è stata sottoposta all’intervento chirurgico di protesi completa di ginocchio. “E’ stato un intervento delicato, eseguito dal dottore Auletta con l’aiuto del dottore Michele Buono. Ma nonostante le mie ansie, le mie paure io non posso fare a meno di ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini. Tutto il personale del reparto di Ortopedia, il caposala, i collaboratori del dottore Auletta, gli anestesisti, gli infermieri, gli Oss, la fisioterapista Linda, due mie splendide colleghe della sala operatoria che anche durante la degenza mi sono state vicino, Anna e Carmela. Insomma, ringrazio tutti. Anche la mia cardiologa nonché compaesana che mi è stata tanto vicina nonostante anche i suoi pazienti da accudire. Insomma, tutti non mi hanno
mai abbandonata, soprattutto nel post intervento che non è stato semplicissimo. Poi a causa del Covid non potevo avere nessuno al mio fianco. Sono stati loro la mia famiglia. Mi hanno dato coraggio, forza e speranza. Il dottore Auletta mi ha chiamata tutti i giorni. Non mi ha mai fatto sentire sola, ma soprattutto mi ha donato una nuova vita. Non ho più dolore, riesco
a deambulare bene, una bellissima sensazione oramai dimenticata. Per me è stato un grande regalo”.
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