Cultura e Spettacolo

CELLOLE – Madonna della Civita, un pellegrinaggio lungo un secolo…domani la partenza

CELLOLE (Matilde Crolla) – La comunità cellolese si prepara finalmente, dopo una lunga pausa di due anni, ad uno degli appuntamenti religiosi più sentiti ed amati: il tradizionale pellegrinaggio al santuario della Madonna della Civita di Itri. Ormai da circa un secolo decine di fedeli di Cellole partendo dalla chiesa di San Marco e San Vito prendono parte alla processione (con inizio dopo la santa Messa delle ore 10) che si svolge per tutta la giornata del 7 settembre percorrendo la

strada statale Domiziana fino ad arrivare all’alba sulla montagna di Itri, appunto la Civita, dove è presente il santuario della Madonna. C’è da sempre, infatti, un forte legame tra Cellole e la Civita. Il quadro della Madonna che viene portato in processione per l’occasione viene ospitato per qualche mese a Cellole e poi proprio alla Civita viene riconsegnato l’8 settembre. Nel corso della processione, guidata

dal parroco don Lorenzo Langella, si intonano canti e preghiere. Sono momenti di grande coinvolgimento religioso. I fedeli cellolesi, tra l’altro, da anni si affidano alla Madonna della Civita che in varie circostanze ha concesso la grazia con episodi miracolosi. Affianco al santuario, infatti, si trovano dei locali dove è possibile osservare reliquie ed ex voto.
E la Giunta Regionale della Campania con Decreto n. 467 del 9 giugno 2022, riconoscendo il valore culturale della

candidatura ai fini della salvaguardia del patrimonio culturale immateriale campano, con specifico riferimento alla sezione celebrazioni del disciplinare (art. 3, comma 1 lett. b) ha approvato l’istanza presentata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco di Cellole, Guido Di Leone, iscrivendo “Il Cammino della Civita” nell’inventario IPIC degli elementi culturali immateriali campani. Ma come nasce questa tradizionale processione? Abbiamo racconto un po’ di materiale messo a disposizione dal professore Domenico Girone, una delle memorie storiche di Cellole. Secondo quanto fornito da Girone “la tradizionale

processione risalirebbe agli anni ’20 del Novecento. In questo periodo si andava con i carretti (traìni) tirati dai cavalli. La raccomandazione che l’anziano fa è che solo con i cavalli si poteva andare ed affrontare il viaggio lungo e faticoso come il salire la strada che porta al Santuario. A Cellole ci stavano persone che avevano il cavallo e chi lo aveva viveva in modo più agiato rispetto agli altri. Era sinonimo di maggiore benessere. Il cavallo era fonte di guadagno per la persona. Era molto

richiesto per tanti casi. Quindi anche nel caso del racconto, si affittava il cavallo ed il carro sul quale si adagiava la famiglia e vi si metteva l’occorrente per il viaggio. Si partiva di notte e ci si organizzava per dormire al Santuario. Le famiglie si riunivano in gruppi. Ci stava qualcuno che aveva la tenda militare, non troppo grande (residuato della prima guerra mondiale) ma sufficiente per potersi riparare, anche stando un po’ stretti. Avevano anche gli ombrelli grandi che, appoggiati a terra, sembravano capanna. Venivano chiamati “Rumbrìegli de ri pecuràri = Gli ombrelli dei pecorari”. Ritornando al viaggio con i cavalli, in tanti casi, in alcuni punti della strada bisognava scendere dal carro e spingerlo

perché l’animale non ce la faceva. Dopo ascoltato la S Messa, la gente si riuniva in alcuni posti spaziosi, nei pressi del Santuario, e la si mangiava e si faceva festa. Il viaggio, compreso la permanenza al Santuario, durava due giorni. L’epoca moderna è contrassegnata dall’arrivo dei mezzi pubblici. Infatti con i pullman Petteruti di Sessa Aurunca e Riccitelli di Minturno ci si è organizzati in modo diverso. A Cellole, circa due-tre mesi prima di Settembre ci sono chi fa il pullman per la Civita. Ognuno che organizza la gita, stila un programma di posti da visitare nell’ambito della giornata del giorno 8 Settembre. Quelli che vanno a piedi, ed

hanno voglia di proseguire la gita con il pullman, si prenotano il posto. Però si andava anche il 21 Luglio che veniva a corrispondere la fine del raccolto, per cui era periodo di riposo. Quindi si organizzava il viaggio fino al Santuario però in giornata si faceva ritorno a casa. All’inizio dei primi pellegrinaggi era d’obbligo che lo stendardo della Madonna lo portasse sempre una ragazza non sposata. Successivamente, per dare più valore alla pietà, fu stabilito che lo poteva portare anche la donna sposata o anche un uomo (più tardi ancora) che nel suo cuore avesse dimostrato di fare voto alla Madonna. Ognuno porta uno zaino,

o borsa, nel quale vi mette qualcosa da mangiare ed una coperta per coprirsi quando arriveranno al Santuario, che sarà notte. Quando parte la compagnia, tanta altra gente accompagna il quadro fino alla chiesetta di San Vito sulla Domiziana. Tutti si salutano e la compagnia riprende il cammino con lo stendardo della Madonna avanti a tutti, intonando canti mariani e litanie. La gente, che non può andare a piedi, fa intravedere qualche lacrima quando il quadro comincia ad allontanarsi. E’ un

momento di forte commozione. La prima tappa è quella di Borgo Centore presso la chiesa di Santa Caterina per un saluto e poi continua il cammino. Il passo è veloce perché sanno che poi, con la stanchezza, verrà rallentato. La compagnia attraversa il fiume Garigliano passando sul ponte borbonico. È stato fatto aprire apposta per l’occasione. Alla Dogana di Minturno si fermano un po’ di più permettendosi di mangiare qualcosa, se pure velocemente. Nel frattempo però da Cellole comincia a venire altra gente con le macchine. Può succedere che qualcuno può non farcela a camminare a piedi, o per malore, oppure chi vuole alleggerirsi dello zaino o borsa e l’appoggia sul mezzo di chi sta seguendo. Questi, con

i mezzi sapendo già le tappe, si fanno trovare sul posto. E’ bello vedere altra gente, dei paesi attraversati, che si uniscono alla compagnia di Cellole con lo stesso spirito di devozione, ed insieme affrontano il sacrificio di un pellegrinaggio lungo e faticoso comandato solo dall’amore per una fede che, col suo silenzio ma mistica presenza, rafforza gli animi di questa gente a voler ripercorrere il sentiero sulla montagna che la tradizione vuole abbia fatto la Madonna e andare a salutarla nel suo Santuario. I canti accompagnano sempre il cammino della compagnia. Si fa una sosta presso l’Oratorio Don Bosco a Formia. Questa

è un’altra tappa aggiunta da Don Lorenzo Langella. C’è modo di riposarsi. Come tutte le chiese attraversate, anche questa viene fatta trovare aperta per l’accoglienza. i arriva alla chiesa di San Giovanni a Formia. verso le ore 21,00 circa. Poi si arriva alla villa comunale di Formia dove la compagnia può riposare di più e mangiare qualcosa. E’ un momento bello perché da Cellole viene tanta altra gente, che non è potuta venire a piedi, ed insieme affrontano il resto della strada fino al Santuario della Civita. Verso le ore 22-23 circa ci si rimette in cammino. Fuori Formia vengono accese le candele per illuminare la strada e per segnalare

la presenza di gente lungo la strada. Cantando si avviano. Ora la compagnia fa la sosta presso la Casa della Madonna, in cui ci sono le suore, 100 metri più avanti, che offre maggiore sicurezza per la gente. Verso mezzanotte, anche più, si arriva a Itri. Qui la compagnia può mangiare e riposare. I primi anni la compagnia si adattava a dormire per terra sotto il porticato della chiesa, perché stava chiusa, avvolti nelle coperte. Negli anni a seguire fu fatta trovare la chiesa aperta dove è stato possibile ripararsi dal freddo della notte. La stanchezza fa sentire alcuni lamenti per

i piedi e le gambe e si provvede a massaggiarli. Verso le ore 3:00 circa, del giorno 8 Settembre, la compagnia si rimette in cammino. Questa arriva all’inizio del sentiero ed aspetta i paesani che vengono da Cellole con i mezzi di trasporto perché verso le cinque del mattino partono da Cellole i pullman con tanta altra gente. Ad una certa ora la compagnia si rimette in cammino ed arriva al sentiero della montagna. Qua aspetta quelli che vengono con i pullman perché molti di loro faranno il sentiero insieme. Si forma cosi una grande compagnia ed insieme affrontano il faticoso sentiero della montagna, che secondo la tradizione, la Madonna

ha percorso. Man mano che si sale ad un certo punto cominciano ad incontrarsi le cappelle, che sarebbero luoghi in cui la Madonna ha riposato. Ad ogni cappella si recita una piccola preghiera. Si arriva al Santuario. La gente si accampa sotto le piante dormendo per terra e coprendosi con le coperte portatesi appresso. Quelli che sono arrivati con i mezzi, fanno trovare dei falò accesi in modo che possono riscaldarsi e magari anche dormire. Verso le ore sei, del mattino, arriva altra gente in che tutti possono assistere alla celebrazione della S. Messa. I religiosi del Santuario celebrano la prima Messa che è tutta per la popolazione cellolese

venuta ad onorare e ad offrire il proprio cuore alla Madonna della Civita. Prima la S. Messa veniva celebrata dentro la chiesa. Poi, visto la moltitudine di persone presenti alla funzione religiosa, si è deciso di celebrarla fuori nel piazzale. Allietavano la celebrazione le ragazze dei vari cori di Cellole. Dopo la celebrazione si fa colazione, si provvede a comprare ricordi per se e per parenti ed amici. Prima di ripartire ci si trattiene un poco creando un momento di allegria con canti, suoni e balli. Dopo, ogni pullman si mette in viaggio per proseguire la gita in altre località già stabilite”.

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