Cultura e Spettacolo

CELLOLE – ‘Le urla del silenzio: schiavi del cellulare’, toccante incontro formativo alle scuole medie con le dottoresse Distinto e Di Meo

CELLOLE (Matilde Crolla) – ‘Le urla del silenzio: schiavi del cellulare’, ha riscosso un successo sorprendente l’incontro formativo tenuto dalla dottoressa Ida Anna Distinto, neuropsichiatrica dell’infanzia e dell’adolescenza, e dalla psicologa e psicoterapeuta, la dottoressa Veronica Di Meo, con gli alunni e i genitori delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Cellole ‘Serao-Fermi’, diretto dal professore Luigi Sorreca. Attraverso l’uso

delle slide e con il tono accattivante e nello stesso tempo materno della dottoressa Distinto i giovani studenti hanno appreso quali possono essere le conseguenze di un utilizzo esagerato dei cellulari ed in particolare dei social come Facebook, Instagram e Whatsapp. La creazione dei ‘falsi miti’ che spingono i giovani ad adeguarsi alla massa, ad omologarsi perdendo quella peculiarità, quell’unicità che appartiene ad ogni essere umano. “Non vogliamo questa mattina demonizzare

i cellulari o i social, non è questo il nostro intento. Essi vanno utilizzati anche per essere al passo con i tempi e non rischiare di essere isolati dal gruppo- ha sostenuto la dottoressa Distinto-. Ma anche un uso esagerato degli stessi mezzi telematici portano l’individuo all’isolamento, alla perdita della realtà”. Tanti sono

i rischi della rete, dall’adescamento con finalità sessuali fino all’incitazione ad azioni autolesioniste. Difficile in questa società è il ruolo del genitore che spesso è fin troppo amico. “I genitori non possono essere amici- ha spiegato la dottoressa Distinti-. Un amico è un coetaneo. Il genitore riveste

il ruolo di educatore, deve supportare, proteggere, può essere un confidente ma non un amico”. Molto particolare è stato il momento in cui è stata letta la lettera di Umberto Eco al nipote, in cui viene messa in evidenza “questa malattia” che sta investendo le nuove generazioni ed anche quelle meno giovani. La dottoressa Distinto ha puntato l’accento sull’importanza della libertà. Non si può essere liberi se si è schiavi dei social. “Esseri liberi vuol dire essere e pensare e per essere bisogna affermare la propria identità con le proprie peculiarità. Per pensare bisogna attivare le connessioni della nostra mente e non quelle di internet”, ha affermato la dottoressa. Veronica Di Meo, invece, ha spiegato

l’importanza del ‘faccia a faccia’ che ormai manca tra le nuove generazioni. “I giovani d’oggi stanno perdendo la capacità di relazionarsi- ha affermato la dottoressa Di Meo-. La crescita è il passaggio onesto nell’adolescenza seguendo il ritmo delle emozioni. Sono le esperienze e le emozioni che ci fanno crescere, anche quella della rabbia e della paura. Dobbiamo affrontarle per diventare adulti autentici, non dobbiamo fuggire isolandoci dietro uno schermo”. I giovani studenti hanno partecipato attivamente

al confronto manifestando le loro impressioni e la loro approvazione rispetto a quanto emerso dall’incontro formativo. Non sono mancati momenti di ilarità quando le due esperte hanno sottolineato come i selfie non siano altro che lo ‘specchio delle brame’ che portano inevitabilmente ad un comportamento compulsivo rispetto ai like. “Non rifugiatevi nella vostra cameretta, in quel mondo solitario. Cercate

per quanto è possibile di vivere la vostra vita cogliendo tutte le esperienze reali che essa vi offre e non quelle virtuali. Siate consapevoli che vi è un esercito di adulti pronto a difendervi e non abbiate paura di avere paura ed anche di annoiarvi”, è stato il messaggio lanciato in questo convegno molto toccante che ha fatto vibrare le corde dell’animo di ogni genitore presente e che sicuramente avrà fatto breccia anche nei cuori e nelle coscienze dei giovani interlocutori.

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