Cultura e Spettacolo

CASERTA – L’associazione Invisibili ricorda la storia ‘Senza paura’ di Giuseppe Salvia

CASERTA (Matilde Crolla) – ‘Senza paura…Giuseppe Salvia, una storia da raccontare’, si è svolto nei giorni scorsi a Caserta presso il Circolo Nazionale di via Mazzini il nuovo evento organizzato dall’associazione ‘Invisibili’. Un momento di riflessione profonda finalizzato a scuotere le coscienze e soprattutto a ricordare un uomo assassinato dalla camorra solo per aver adempiuto al proprio dovere. Giuseppe Salvia è stato un uomo che ha lasciato il segno, non a caso il carcere di Poggioreale di Napoli porta il suo nome. A raccontare la sua storia Antonino, il figlio,

funzionario del Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Ad introdurre i lavori è stato Alessandro Scirocco, membro del direttivo dell’associazione ‘Invisibili’ e consigliere del Forum giovanile regionale. Scirocco ha puntato l’accento sulla mission del sodalizio, finalizzata a rievocare il ricordo degli ‘invisibili’, quegli eroi dei nostri tempi che la storia spesso dimentica o comunque non valorizza come dovrebbe. “Quella di mio padre può sembrare una storia di tanti anni fa, che ci racconta di un impegno civile. Ma non è solo questo. La storia di mio padre può essere oggi un’occasione di riflessione, soprattutto per le giovani generazioni”, ha esordito Antonino

Salvia. Quando Giuseppe vinse il concorso ed ottenne l’incarico di vicedirettore del carcere di Poggioreale era in corso una faida di camorra che inevitabilmente aveva le sue ripercussioni anche sui detenuti. “Gli agenti di custodia spesso erano costretti a cedere ai ricatti per avere salva la pelle. La cella di Cutolo, durante uno dei primi giri di perlustrazione di mio padre delle varie sezioni detentive, non sembrava la cella di un carcere. Era aperta- spiega Salvia- e Cutolo era in vestaglia da camera ed addirittura aveva un detenuto che gli faceva

da attendente. Mio padre capì subito che non c’era una parità di trattamento tra i detenuti”. Fu proprio per questo motivo che il vicedirettore decise di cambiare le cose. Ma nel momento in cui decise di fare la scelta giusta, forte dei valori umani che lo contraddistinguevano, fu lasciato solo. E fu così che nell’81 venne assassinato da due sicari nei pressi dello svincolo dell’Arenella. “La gente ha ancora voglia di sentir parlare di eroi- ha continuato Enrico Trapassi, organizzatore dell’evento e vicepresidente di ‘Invisibili’-. La storia di Giuseppe Salvia conferma ancora una volta l’arroganza della mentalità camorrista. La scelta di Salvia è la scelta di chi non cede all’intimidazione. L’intimidazione

uccide il pensiero e noi cosa siamo senza pensiero?”. “La memoria va esercitata e soprattutto è indispensabile che vi siano modelli di riferimento importanti per i giovani”, ha dichiarato il Questore di Caserta Andrea Grassi che ha anche aggiunto come la criminalità organizzata sia cambiata negli anni assumendo nuove forme spesso più minacciose e subdole perché mascherate. Ma lo Stato c’è, c’è sempre stato.