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CELLOLE – Emergenza Covid, Di Paolo si appella a Di Leone: “Sindaco, apra le scuole”

CELLOLE – Adelmo Di Paolo, vicesegretario provinciale e nuovo membro della direzione regionale del Partito Repubblicano Italiano, interviene con un comunicato stampa sull’emergenza Covid in provincia di Caserta ed in particolare a Cellole. “Sentiamo la necessità, in quanto

portavoce in provincia di Caserta del Partito Repubblicano Italiano, ed avendo tra l’altro partecipato con le nostre candidature attivamente alla rielezione del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, di comunicare che riteniamo inadeguata alla reale situazione il lockdown regionale imposto con le ordinanze regionali del 05/11/2020, situazione accertata attraverso il bollettino ufficiale

dell’Istituto Superiore di Sanità (documento ufficiale sulla base del quale viene prodotto l’ultimo DPCM del Presidente del Consiglio e vengono messe in atto le strategie del governo nazionale riferite al Covid 19), il quale rende in maniera evidentissima che per quanto concerne i contagi in Campania sono in particolare : l’intera provincia di Napoli e qualche comune ben identificabile della provincia di Benevento

e di quella di Avellino ad essere oggetto di oltre 2/3 dell’intera quantità di contagi nella nostra regione, il che ci porta nella restante area a peculiarità di fascia gialla (in verità giallissima !) ; in particolare, il suddetto documento specifica che dall’ultimo periodo del quale si hanno riscontri accurati, secondo il sistema di tracciamento messo in atto dalle ASL a livello nazionale, ovvero il periodo tra il 19 ed il 25 Ottobre 2020, oltre 5000 dei totali circa 8000 contagi riferibili a quel

periodo in Campania, provengono dalle sopra specificate zone, e che a tale condizione inoltre si aggiunge che la nostra regione, di fatti inclusa tra quelle di colore giallo e non più arancione, ha un indice RT molto basso (un indicatore che mette in rapporto la misura di grandezza dei contagi con uno specifico tempo “T”) ; per cui, in linea

con quanto prescritto dal governo centrale, chiediamo che vengano identificate quelle zone che giustamente sono a più alto rischio di contagio presso le quali istituire quindi i famosi “Lockdown mirati”, e di lasciare zona gialla il resto in quanto realtà dei fatti scientificamente esposta dagli enti preposti. È inaccettabile far leva sulla disinformazione e sulle preoccupazioni delle ignare per quanto in buona fede persone, alle quali ciò che si incalza in maniera giornaliera con ordinanze e comunicazioni, quello chiaramente capiscono, in particolare quando tutto il sistema informativo dei media tende al sensazionalismo e all’allarmismo e non alla realtà dei fatti dimostrabili. Inoltre un governatore responsabile sa benissimo che ai suoi atti si riferiscono poi degli effetti, che nello specifico sono anche di carattere economico-sociale, come tra l’altro egli stesso lamentava con il governo e con il Pdc Conte. Stesso vale per i sindaci del nostro comprensorio più ristretto, in particolare Sessa Aurunca e Cellole (per il momento Sessa in verità sprovvista sia di sindaco che di Commissario prefettizio), per cui ci

rivolgiamo specialmente al sindaco di Cellole, l’amico Guido Di Leone, neo-eletto che quindi non può avere colpe, in quanto al governo della cittadina solo da settembre 2020, ed infatti a lui rivolgo non una critica quanto un appello: “sindaco Di Leone, egregio sindaco, ci dimostri il suo coraggio di giovane trentenne, lei è giovane e quindi ha i mezzi volendo per superare l’ipocrisia di un sistema di speculazione politica suffragato dei motivi della delicata e sensibile questione sicurezza (oggi tanto oggetto di sciacallaggio politico) così come pensiamo possa andare oltre il pessimismo delle generazioni molto più mature che giustamente si sentono più minacciate delle altre, per cui apra le scuole, chiaramente fin quando possibile, non le chiediamo di affrontare il pericolo, le chiediamo il buon senso di accettare che al momento la situazione non richiede la chiusura dei plessi scolastici”; da un punto di vista puramente utilitaristico le famiglie non hanno ancora quegli aiuti socio-economici tanto promessi dai governi, ma gli viene chiesto ugualmente di sacrificarsi oltremodo, e se non hanno dei bravi “nonni” che lo fanno per loro, gli viene chiesto perfino di abbandonare parzialmente o totalmente

il lavoro per stare con i figli che in questa maniera non frequentano la scuola, sostanzialmente di nuovo una distinzione categorica e menefreghista rispetto a chi non ha i mezzi e la capacità economica di affrontare questo disagio; poi ci sarebbe anche la questione (che non è affatto minore) della mancata formazione dei bambini e ragazzini delle scuole primarie in un momento nel quale invece è fondamentale; adesso è da padre che le parlo egregio sindaco : “mio figlio di dieci anni ha visto la sua aula in presenza soltanto 3 giorni, e purtroppo va considerato che già metà dell’anno scolastico passato è andato a farsi benedire (pensi che è passato dalla V elementare alla I media senza nemmeno tenere l’esamino preposto) e quest’anno ? beh quest’anno sebbene abbiamo avuto 6 ed oltre mesi per prepararci e trovare un modo per gestire in miglior misura una cosa che si sapeva durare almeno fino a fine anno scolastico prossimo, siamo perfettamente allo stesso identico punto; cosa dovremmo fare noi genitori domani quando questa cosa influirà malamente sulla vita dei nostri figli ? dovremmo allora chiedere i danni della mancata formazione agli enti locali ed allo stato ? bando al “consensismo” e siamo ragionevoli, noi cittadini quanto voi amministratori, e troviamo un modo per “mandare avanti la baracca” senza rimetterci troppo tutti.  

in realtà le dovrei portare anche l’esempio della più piccola mia figlia che frequentava la scuola dell’infanzia, altra fase cruciale perfino in termini di rapporti sociali ed interpersonali oltre che formativi, ma evito per non dilungarmi;

finisco portando anche l’appello degli esercenti e delle attività, anche in questo caso dovrebbe essere la ragionevolezza a guidarci, mettere su un sistema di controllo non troppo dispendioso ma efficiente è l’unica via di uscita da questa situazione, altrimenti l’alternativa è procurare i mezzi di sostentamento a queste persone e padri di famiglia anch’essi, riapriamo ad esempio il mercato in maniera sicura, la via della scorsa ordinanza comunale che lo riguardava era a nostro dire quella giusta. 

fidiamo quindi sulla vostra volontà di ragionamento e decisionale, in particolare sulla sua e quella dell’ assessore alle politiche sociali, la stimata dott.ssa Marchegiano, che bene avete fatto ad incaricarla per gli stessi motivi anche alla gestione relativa al Covid 19, in quanto come vediamo questioni interconnesse”, conclude.             

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