Disagi & Cronaca cittadina

SESSA AURUNCA – Stato di agitazione alla Manucor, nel mirino dei lavoratori le dichiarazioni social dell’amministratore delegato Scagliotti

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Un post su Facebook ha scatenato un putiferio, un commento dai toni pesanti  ha messo in agitazione i lavoratori della Manucor spa di Sessa Aurunca. Nei giorni scorsi i dipendenti hanno deciso, di comune accordo con i  rappresentanti sindacali, di mettere in atto uno sciopero di quattro ore su tre turni per manifestare il dissenso e

l’amarezza suscitate dalle dichiarazioni rese dall’amministratore delegato della società, Luigi Scagliotti. A tal proposito i dipendenti hanno anche sottoscritto il seguente documento: “Non è accettabile che un amministratore delegato che amministra un’azienda del Sud abbia delle convinzioni e pregiudizi sia del territorio che dei lavoratori, chiamandoli

fannulloni (sfaticati) ed altro ancora. Ci sentiamo profondamente offesi e disgustati da tali affermazioni. Auguriamo al dottor Scagliotti un futuro in Lituania o in Repubblica Ceca dove sicuramente si troverà a suo agio lontano dai ‘terroni’. Dell’accaduto saranno informate coinvolte le segreterie confederali di Cigl, Cisl e Uil e le segreterie di categoria”. Martedì prossimo, tra l’altro, si terrà un incontro per discutere delle dichiarazioni  dall’amministratore delegato che, a detta dei dipendenti, avrebbero discriminato inevitabilmente molti lavoratori del Sud, scatenando, inoltre, sul suo profilo Facebook numerosi commenti offensivi e gratuiti da parte di alcuni utenti. Ma cosa avrebbe scritto di così grave Scagliotti? Ecco uno

spezzone del suo commento di qualche giorno fa al ritorno dalla Lituania. “Sono appena tornato dalla Lituania, piccolo paese la cui indipendenza dalla dittatura comunista è molto recente.  Bene, mi sono trovato in una nazione ordinata con autostrade moderne, città pulite, traffico disciplinato, zone industriali in rapida espansione e razionalmente costruite. Il tutto con il più assoluto rispetto di una natura incontaminata (…). Quasi quasi un pensierino alla Lituania …..”. Dopo questo post qualcuno ha commentato accennando ai tassi di disoccupazione nei vari Paesi

d’Europa. Per tutta risposta Scagliotti replica: “Parlando di tassi, cosa ne dici di un assenteismo vicino al 10 % e di sindacati che dicono che senza “il premio presenza” non ci sono speranze di abbassarlo ? Pensa che nella mia profonda ignoranza ero convinto che bastasse lo stipendio quale motivazione al lavoro e che il premio, come la stessa parola sottintende, dovesse essere l’aggiunta per delle buone e riscontrabili performances. Se depuriamo la disoccupazione dalla scarsa voglia di lavorare e dal secondo lavoro in nero (ovviamente al Sud), le percentuali scendono drasticamente. I paesi che citi per il basso tasso di disoccupazione hanno leggi che non proteggono il lavoratore, a prescindere dai comportamenti. Li chi non lavora lo si lascia a casa, qui è più semplice divorziare da tua moglie che licenziare un fannullone”. Tali dichiarazioni hanno scosso

particolarmente gli operai della Manucor spa che per questo motivo hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione. Le dichiarazioni di Scagliotti, infatti, sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione già incandescente da tempo. Basta fare un passo indietro. Da gennaio 2019 i lavoratori non percepiscono più il ‘premio di produzione’. La proprietà dell’azienda, una multinazionale americana, ha fatto sapere che la produzione è calata nonostante i lavoratori ed i sindacati continuino ad affermare il contrario. Dallo scorso anno, sempre per un periodo di crisi annunciato dall’azienda, si parlò di circa venti esuberi. Si è poi deciso successivamente, per circa 200 lavoratori, di aprire la procedura

di cassa integrazione ma nonostante ciò la produzione non si è mai fermata. Inoltre, anche se tre anni fa, con la precedente proprietà, fu sottoscritto un accordo per la regolamentazione delle ferie estive, con l’arrivo della nuova società  pare sia stato rimesso tutto in discussione. Insomma, una situazione, quella della Manucor spa, che si è incancrenita e che le dichiarazioni social di Scagliotti e lo sciopero successivo hanno reso ancora più complicata.

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